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La scuola non va? La responsabilità è mia!

Pubblicato il: 12/11/2010 17:19:00 -


Quando si parla di scuola, i vari protagonisti si incolpano a vicenda, scaricando le responsabilità di un declino che ci porterà presto a una situazione di non ritorno. A meno che ognuno di noi non si assuma la propria parte di responsabilità, rispondendo con il proprio nome alla domanda: ma la colpa di chi è?
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Da molti anni ho a che fare con il mondo della scuola, prima come alunno, poi come parente di alunni, poi come educatore all’interno di una classe, infine come educatore di post-scuola. La scuola mi piace, mi entusiasma. Come idea, come opportunità e, soprattutto come forma.

Se ci pensiamo bene, è davvero un’idea geniale, formidabile, vincente. Poter passare tanto tempo in una piccola comunità, luogo di apprendimento, di relazioni e nozioni, diversità e affinità, di ideali e idee. Relazionarsi con persone della tua stessa età ma, anche, con adulti che mettono a disposizione saperi e conoscenze. Scoprire se stessi, imparando a dare valore alla conoscenza che, oltre a renderci liberi, ci svela attitudini e passioni. Insomma uno spazio fisico e temporale davvero appassionante. Potrebbe ma non lo è!

Forse da qualche parte ci sono isole felici nelle quali la scuola è così, ma sono poche, troppo poche. Perché?

Gli insegnanti incolpano i genitori e i politici, i genitori incolpano gli insegnanti e i politici, i politici gli insegnanti e i genitori. Qualcuno anche i bambini, avranno pur qualche colpa anche loro. Insomma, tutto uno scaricamento di colpe ma nessuna assunzione di responsabilità. A parte il governo, che tenta di vendere come assunzione di responsabilità quello che invece è uno scaricamento di responsabilità effettuato, essenzialmente, tramite tagli di risorse.

A questo punto mi piacerebbe dire quello che mi piacerebbe sentire.

La colpa non è di nessuno!

Ma la responsabilità è mia!

Sì, mia, di Roberto Parmeggiani. Di ciò che ho detto e fatto e, soprattutto di ciò che non ho detto e non ho fatto. Io sono il responsabile, potete quindi scaricarvi la coscienza additandomi come capro espiatorio oppure… oppure assumervi la vostra parte di responsabilità rispondendo con il vostro nome alla richiesta di spiegazioni.

Se sei insegnante dovrai ammettere che il tuo lavoro è uno dei più belli del mondo ma anche dei più liberi. In fondo sei tu che decidi quanto tempo, creatività e coinvolgimento mettere in ciò che fai; sei tu che decidi se relazionarti con le tue colleghe (o i tuoi colleghi) sulla base di confronti critici costruttivi oppure coprendovi le spalle e difendendovi, spesso, chiudendo gli occhi di fronte a ingiustizie o comportamenti umanamente o didatticamente sbagliati; sei tu che decidi se usare la cattedra come un trampolino di lancio oppure come il banco di un giudice; sei tu che scegli di fare una fotocopia in meno e un cartellone in più.

Se sei un genitore dovrai ammettere che spesso la difesa a oltranza di tuo figlio non prevede la riflessione su cos’è il bene per lui. In fondo difenderlo è più facile che educarlo, è più semplice che mettersi in discussione per capire se devo correggere il mio comportamento; è impegnativo educare al rispetto dell’autorità in quanto tale, prima che alla difesa dei propri diritti; è doloroso curare invece che cullare, aiutarlo a rialzarsi invece che evitare che cada. È tutto molto facile, soprattutto quando si abdica al proprio ruolo.

Se sei un politico dovrai ammettere di aver trattato la scuola, per troppo tempo, come un ricettacolo di voti. Forse hai confuso i ruoli e hai usato la scuola al servizio della tua carriera, mentre avresti dovuto fare il contrario.

Se sei uno scolaro/studente dovrai ammettere che la scuola è al servizio della tua crescita e, quindi, del tuo futuro. Sei tu, quindi, il protagonista principale, il formatore delle insegnanti, il costruttore di ponti, il cercatore d’oro, il Bakugan avventuroso… sei tu il responsabile di ciò che sarai.

Se sei Roberto Parmeggiani dovrai ammettere che, a un certo punto, bisogna smettere di parlare e bisogna iniziare ad agire, fare, creare. E che tra le fessure delle responsabilità personali si nascondono le insidie della divisione. E che tali insidie vanno affrontate costruendo alleanze e obiettivi comuni, per offrire nuove possibilità a chi, della scuola, deve essere il vero protagonista.

Roberto Parmeggiani

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